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Roma, 5 novembre 2017 - Pensioni, i nodi vengono al pettine. Domani riprende la trattativa con il governo nella quale i sindacati tenteranno di scongiurare l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni (oggi è a 66 e 7 mesi) a partire dal 2019. In Italia si va già in pensione in media 4 anni più tardi che nel resto d'Europa, e secondo i sindacati i soldi per scongiurare un ulteriore aumento ci sarebbero.
L'impegno assunto giovedì dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è di individuare le categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose da escludere dal meccanismo automatico dell'innalzamento dell'età pensionabile, che resta confermato.

LE CATEGORIE - Si parte dalla platea dei lavori gravosi individuata nella normativa per l'Ape sociale (una platea che, secondo alcuni calcoli, potrebbe ammontare a circa 15.000 persone):
1 - operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici
2 - conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
3 - conciatori di pelle e pellicce
4 - conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
5 - conduttori di mezzi pesanti e camion
6 - personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
7 - addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
8 - insegnanti della scuola dell'infanzia e educatori degli asili nido
9 - facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati
10 - personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
11 - operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.