Made in Italy, Ligabue: “Dopo il mio concept album ho capito che doveva generarsi il terzo film”
Torna al cinema, e lo fa con il malinconico entusiasmo che nel suo universo non suona mai da ossimoro. “Non ho mai cercato copioni perché per me il cinema - dice il rocker di Correggio - nasce da un bisogno di raccontare, ed evidentemente da un bel po’ di anni questa esigenza non sembrava più prioritaria"
Torna al cinema, e lo fa con il malinconico entusiasmo che nel suo universo non suona mai da ossimoro. Perché Luciano Ligabue è fatto così, e il suo terzo lungometraggio dal titolo Made in Italy è nato senza preavvisi, né tanto meno programmazioni, bensì e ovviamente dalla sua musica. “Non ho mai cercato copioni perché per me il cinema nasce da un bisogno di raccontare, ed evidentemente da un bel po’ di anni questa esigenza non sembrava più prioritaria. E poi è arrivato il mio concept album Made in Italy che conteneva una narrazione e ho capito che non avevo più scuse: doveva generarsi il terzo film. E ne sono molto felice”. Così spiega il rocker di Correggio, giunto senza preavviso – come il suo film – alle ultime Giornate Professionali di Cinema Ciné di Riccione. Con lui i protagonisti della pellicola, il ritrovato e amico Stefano Accorsi e Kasia Smutniak: i due attori vestono i panni di una coppia di lunga data che dopo un periodo di separazione si ritrovano e decidono di convogliare a “giuste” nozze. Come i precedenti del Liga – Radiofreccia del 1998 e Da zero a diecidel 2002 – il film è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci, il quale non nasconde di aver insistito parecchio affinché “Luciano tornasse a dirigere, perché penso lui possa fare molto bene questo mestiere”.